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Là dove i torrenti selvaggi di Trafoi e Solda si congiungono,
si trova in mezzo alla stretta valle uno strano edificio. Mura di granito,
spesse vari metri, si innalzano per tre piani coperti da un solido tetto
di cemento armato. Delle aperture quadrate e scure, rivolte minacciose
verso il paesaggio, sono inserite irregolarmente nelle pareti. Sul lato
est si trova goffa e pesante, come se fosse interrata, una struttura
circolare, metà casa, metà torre, che conferisce al tutto
un’apparenza borghese. Si tratta del forte di Gomagoi, una fortezza
costruita nell’epoca dei fucili a caricamento anteriore, che,
come ha deciso la commissione della difesa, ha tuttora il compito di
difendere la parte sud-occidentale del Tirolo da incursioni nemiche.
Attraverso il forte, affiancato su entrambi i lati da mura buie, si
snoda la strada alpina verso Trafoi fino ad arrivare al Passo dello
Stelvio, che determina la frontiera di Stato con il Regno d’Italia,
ad un’altitudine di 2'757 metri. La famosa strada è deserta
ed abbandonata. Da parecchi giorni i pesanti portoni soni chiusi e bloccano
il traffico. Sentinelle con le baionette sui fucili sono appostate davanti
ai portali, mentre pattuglie perlustrano i boschi.
Il suono di una campana squilla nei corridoi e le casematte del forte.
Il cuoco chiama al rancio.
In poco tempo la sala da pranzo si riempie di gente. Robusti artiglieri
di fortezza con le mostrine rosso-carmine e Kaiserschützen della
brigata d’alta montagna di Trafoi dall’aspetto temerario,
con l’onnipresente penna del gallo forcello sul berretto, stanno
seduti ai tavoli mischiati tra loro.
Un Schütze depone il piatto delicatamente sul tavolo, si siede
di fronte ad esso e guarda con occhi raggianti la porzione di carne
di maiale, talmente grande, che supera persino i bordi del piatto.
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Tratto dal libro Das
Fähnlein von Trafoi p. 36 / 37
Gentilmente messo a
disposizione da Reinhard Ortler
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La strategia difensiva per il forte di Gomagoi prevedeva che fattorie
e edifici situati nell’area retrostante allo stesso dovessero essere
abbattute immediatamente in caso di guerra. Sussisteva infatti il pericolo,
che il nemico aggirasse il forte passando dalle creste montuose e sorprendesse
i pochi e deboli posti di guardia, il cui compito era quello di coprire
i fianchi del forte, ed in questo modo attaccasse la fortezza dal retro.
In questo caso i pezzi d’artiglierie e le mitragliatrici del forte
dovevano avere il capo di tiro libero pure in quella direzione. Le case,
che potevano dare riparo al nemico, dovevano sparire. Malvolentieri, quindi,
il comandante di difesa diede il via all’abbattimento dei suddetti
edifici.
Nella notte del lunedì di Pentecoste (siamo nel 1915, annotazione
mia), i soldati iniziarono a recarsi nelle case in questione dicendo.
“Gli ordini sono ordini, ci dispiace”.
Il vecchio Bachegger, che stava trascorrendo la notte nella poltrona,
ascoltava attentamente. Nel corridoio sentiva il mormorio e il bisbiglio
delle donne e capì subito. Prese il suo bastone e si recò
in corridoio. Le donne lo guardavano con uno sguardo timido. Solamente
Vroni, la moglie di suo nipote, si avvicinò e lo prese per un braccio.
“Nonno …”. Il vecchio alzò la mano in segno di
rifiuto. „Non parlare, Vroni, lo so”. Accese una lanterna
e con passi lenti andò nella stalla. Le mucche, sdraiate sulla
poca paglia, girarono la testa verso di lui. Un anno fa c’era ancora,
l’imponente baio, l’orgoglio della fattoria. Poco dopo lo
scoppio della guerra dovette darlo via e adesso si trovava in Galizia,
là dove i giovani della sua famiglia stavano combattendo contro
i Russi. Sarà ancora vivo, il baio, che per dieci anni ha tirato
dietro di sé l’aratro sui campi pietrosi?
Con passi pesanti iniziò a salire pian pianino la scala vacillante
fino a raggiungere il fienile. C’era ancora abbastanza fieno. Sarebbe
bastato fino a giugno, fino a che il bestiame fosse stato condotto alla
malga di Kleinboden. Però ora sui pascoli c’erano gli Schützen,
che scavando trincee e camminamenti coprivano l’erba fresca con
la terra sassosa. Sì, questa era la guerra. La vita dei contadini
di frontiera nel sud tedesco divenne dura.
Con passi insicuri il Bachegger si recò poi nella cameretta da
falegname e si sedette sul banco per gli intagli. Tutti gli attrezzi appesi,
le seghe, le accette con i manici lunghi, i vari coltelli ed i cunei di
ferro erano diventati dei vecchi amici. Per decenni le sue mani li avevano
afferrati e lui considerava i grossi calli provocati dal duro lavoro delle
medaglie d’onore. Per cento anni aveva vissuto in questa fattoria,
di cui tre quarti erano segnati dalla fatica e dalle preoccupazioni. Aveva
visto partire in guerra figli e nipoti, aveva dato via il cavallo e le
migliori vacche senza lamentarsi. Con un piccolo cenno del capo aveva
accettato tutti questi sacrifici. Un solco in più sul campo scompigliato
della sua faccia non cambiava più nulla al vecchio di ferro. Però,
oggi, per la prima da quando era bambino, cadde una lacrima dai suoi occhi
semispenti. Rimase appesa alla sua mano e brillava come una gemma spersa.
Quel giorno il mondo intorno a lui crollò, non poteva più
approvare il tutto solamente con un semplice cenno e caricarsi sull’anima
il peso senza dire nulla. In quel momento smise di essere un uomo adulto
e divenne di nuovo bambino, come cento anni fa.
Con mano tremante prese la lanterna e scese giù per le scale. La
gente nelle case del vicinato si erano gia svegliate da parecchio tempo.
I soldati portavano armadi e casse, le donne e i bambini la biancheria
e diversi altri oggetti fuori delle case. Attraverso le porte e le finestre
si vedevano le luci tremolanti che illuminavano l’interno. Una dozzina
di carri, molto carichi, si trovavano sulla strada e la gente portava
ancora altri mobili e oggetti.
Un ufficiale metteva fretta alla gente. “Avanti, non c’è
più tempo.” Quando qualcuno lo prese per una manica, si girò
ed un vecchio stava davanti a lui. La sua faccia era piena di rughe e
grinze, le sue mani erano rugose e la pelle come della pergamena, quasi
come quelle di una mummia.
“Signor Ufficiale, non ci levi l’ultima cosa che abbiamo,
ci lasci la patria”, chiese il vecchio, mentre l’emozione
faceva tremare tutto il suo corpo.
“Non la prenda così Bachegger, c’è chi penserà
a lei e ai suoi cari” gli rispose l’ufficiale cercando di
calmarlo. “Quello che sta succedendo e indispensabile e io devo
fare il mio dovere da soldato“.
La faccia del vecchio si trasformò in una smorfia misteriosa. “Signor
Ufficiale, qui tutti facciamo il nostro dovere. I miei figli e nipoti
si trovano sul fronte, dei miei pronipoti tre sono sepolti in Russia e
due si trovano in ospedale“. Congiunse le mani in un gesto di preghiera.
“Ho cento anni sulla gobba, una vita piena di fatiche e tormenti.
Signore, ci lasci la patria.”
L’ufficiale si girò senza dire niente. Era l’esecutore
di una volontà che non era la sua. Ogni sua parola perdeva qualsiasi
significato dinanzi alla disgrazia dell’anziano che era legato da
cent'anni alla sua terra. Sui carri le donne singhiozzavano.
Gli artiglieri iniziarono quindi a portare casse con dinamite nelle cantine
delle case. Risuonarono i fischietti di segnalazione e un caporale si
avvicinò rapportando: “Tutto pronto!”. I soldati misero
in movimento i carri. I carri si allontanavano uno dopo l'altro con mucche,
capre, donne e bambini. In coda alla carovana il vecchio con passi insicuri
seguiva l’ultimo carro.
Ad est sorgeva il sole. I soldati corsero nelle case vuote, saltarono
quindi fuori delle finestre e si misero al riparo dietro il forte.
In lontananza si sentiva il sordo muggire di una vacca come un lamento
sommesso.
Potenti colpi fecero tremare l’aria. Nelle valli ancora addormentate
rimbombava l’eco delle esplosioni. Gomagoi non esisteva più.
Era la prima vittima di questa guerra. Sul tratto di via verso lo sbocco
della valle c’era un anziano immobile, come se fosse stato pietrificato
da un brutto incantesimo. Con gli occhi spalancati fissava la nube di
fumo denso e polvere che s’innalzava verso il cielo.
Il retro della fortezza era libero.
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Tratto dal libro Das
Fähnlein von Trafoi p. 42 - 45
Gentilmente messo a disposizione da Reinhard Ortler
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